martedì 6 settembre 2011


                                                        Quando un qualcosa va a puttane...


Siamo nel Collio goriziano e la giornata di venerdì 22 luglio sta volgendo
al termine. Sono quasi le 23, all'orizzonte nubi temporalesche annunciano
l'arrivo delle piogge che porteranno un po' di acqua preziosa per la terra e sicuramente attenueranno l'afa opprimente. Le gocce iniziano a scendere dal cielo nemmeno troppo intense, disegnando uno scenario dove regna una quiete rassicurante che però, di lì a poco, risulterà essere solo apparente. Passano pochi minuti infatti ed un'ondata di grandine inizia ad abbattersi come uno tsunami su parte delle colline di Cormons e delle frazioni limitrofe. Chicchi di ghiaccio del diametro di quasi cinque centimetri scendono numerosi a velocità impressionante, portando distruzione su tutto quello che osa mettersi dinnanzi al loro cammino. Il tempo sembra non passare più, trenta interminabili minuti che regalano alla fine un panorama degno di un campo di battaglia.
Ad avere la peggio le immense distese di vigneti che popolano le colline, 300 ettari colpiti che rappresentano quasi un sesto dell'intero territorio vitato del Collio. La grandine colpendo a macchia di leopardo, ha causato danni che in percentuale partono da un 15% ed arrivano in alcune zone al 100% dei vigneti. Un'annata che si pronosticava ottima per il perfetto decorso climatico e che fra un mese avrebbe regalato una vendemmia d'eccellenza, è stata amputata numericamente e ha creato più di qualche preoccupazione su quello che sarà il livello qualitativo delle uve.
Inutile rimarcare lo stato di disperazione dei vignaioli che si sono visti in una manciata di terribili minuti, distrutto il lavoro di un'intera annata, cosa che naturalmente avrà ripercussioni anche dal lato economico: per i casi più fortunati la produzione sarà ridotta, mentre per qualcuno diventerà quasi superfluo vendemmiare.
Ho voluto fare un sopralluogo per vedere con i miei occhi quanto accaduto e sono andato a Zegla, per sentire la voce di Damian Princic, bravo produttore dell'azienda Colle Duga, anche lui colpito dalla grandinata ma nonostante tutto sereno e non in preda a facili vittimismi. 
"Questa grandinata può essere paragonabile a quella del 1985, quando nello stesso periodo dell'anno ci fu episodio analogo e devastante. Per fortuna in zona questi eventi non sono frequenti, molti produttori non sono nemmeno assicurati causa gli alti costi delle franchigie, e anch'io ho preferito fare un po' la formichina negli anni più propizi per poter affrontare con più serenità eventuali situazioni come questa. Certo inutile negare che i danni sono ingenti, ma inutile fasciarsi la testa, bisogna andare avanti e non fermarsi a piangere. Ad un mese dalla vendemmia non resta che andare in vigna e fare qualche trattamento disinfettante con prodotti rameici sperando che il tempo ci dia una mano evitando l'insorgere di condizioni climatiche propizie per i pericolosi attacchi fungini.
Farò una selezione in vigna grappolo per grappolo per eliminare le parti non sane e poi sarà la vendemmia e l'arrivo delle uve in cantina a dare il responso definitivo sui numeri possibili e sul livello qualitativo dell'annata. Io resto fiducioso e anche se ci saranno sicuramente produzioni ridotte sono speranzoso di riuscire comunque a produrre dei vini che mantengano il mio abituale standard qualitativo. Questa è anche la speranza di tutti i miei bravi colleghi della zona. Alla fine per sdrammatizzare la situazione posso finire solo con una battuta che nasconde una buona parte di verità: l'importante è la salute, tutto il resto si risolve."
 
Questa volta ha colpito il Collio ma la grandine è un flagello che si presenta, senza premurarsi di annunciare il suo arrivo, in molte zone dello stivale provocando danni ingenti da Nord a Sud. E' un fenomeno, associato ai temporali, che colpisce a macchia di leopardo ed è difficilmente prevedibile, infatti non è possibile stabilire a priori se, dove e quando grandinerà, ma solo ipotizzare l'esistenza di condizioni favorevoli al verificarsi del fenomeno. La previsione a brevissima scadenza, detta nowcasting, è in grado di fornirci qualche informazione in più grazie alle immagini dei radar meteo, queste però ci consentono una previsione dell'ordine di poche decine di minuti, quindi non risultano essere di grande utilità. Si può solo cercare di restare allertati quando si verificano le situazioni propizie ad elevata attività temporalesca, nelle quali la probabilità di formazione di grandine è maggiore, però le possibilità di intervento preventivo sono pressoché nulle.
Una grandinata, a parità di intensità e di tempo, produce danni diversi in funzione del periodo in cui avviene l'evento. Se, per esempio, si verifica durante l'allegagione, l'acino, che si trova in fase di divisione cellulare, può cicatrizzare la ferita; mentre se avviene durante l'invaiatura, in fase di distensione cellulare, i danni sono più gravi perché l'acino non cicatrizza più. Inoltre, poiché le ferite non si rimarginano, aumenta la possibilità di attacco da parte della muffa grigia e del marciume.
In funzione della fase in cui si trova il vigneto e dei danni subiti è necessario operare in maniera diversa. Prima bisogna valutare i trattamenti che eventualmente necessitano contro muffa grigia, marciumi e similari, che attaccano attraverso le ferite, poi agire contro il pericolo di oidio e peronospora che attaccano la nascente vegetazione. Successivamente si valutano eventuali interventi di potatura sul legno e di cimatura e scacchiatura sul verde. Per ultimo bisogna vedere se sono necessarie concimazioni aggiuntive per ripristinare le sostanze nutritive che la vite consuma in più per sostituire la vegetazione danneggiata.


 

La grandine è un problema serio perché rischia di mettere in ginocchio aziende intere che oltre a perdere la produzione dell'annata possono veder compromessa anche quella a venire. I rimedi sono pochi e a volte molto costosi. L'uso delle reti può essere una soluzione in quelle zone altamente esposte ai pericoli che cadono dal cielo, ma per quelle realtà dove il fenomeno non è abituale diventa una spesa eccessiva da sostenere. Si può scegliere di fare una polizza assicurativa, ma anche in questo caso i costi elevati di franchigia tengono lontano i piccoli produttori con meno risorse economiche a disposizione. Richiedere lo stato di calamità naturale trova dei vincoli. Infatti la Comunità europea prevede che la richiesta possa essere fatta solo se almeno il 30% dell'area colpita ha subito danni ingenti e non basta che si siano avuti alle colture, ma è necessario che si siano verificati anche una serie di smottamenti al terreno e danni agli immobili. Insomma, i soldi arrivano solo se il disastro è totale.
Volendo fare filosofia, potremmo dire che la natura in alcune annate è generosa e che in altre ti riserva spiacevoli sorprese, ma che va accettato sempre il suo volere supremo. Certo non è facile accettare il corso degli eventi con serenità e fiducia, specialmente se diventano vitali gli incassi dell'annata per far fronte agli impegni presi con banche e fornitori.
In questi momenti anche la politica dovrebbe far quadrato e trovare delle soluzioni per far fronte alle emergenze. Anche il sistema bancario dovrebbe avere un occhio di riguardo e riservare un trattamento preferenziale a chi si trova in difficoltà a causa di questi eventi naturali.
 In attesa e nella speranza che tutto questo si verifichi non ci resta che affidarci con fiducia al volere della natura e alla sua buona anima compensatrice, certi che avrà sempre un occhio di riguardo per le persone che lavorano e fanno tanti sacrifici.

lunedì 25 luglio 2011

Prima del match chiudi gli occhi...


lunedì 25 luglio 2011 ore 04,30



Prima del match chiudi gli occhi.
Vincerai perchè la vita è amara e le grandi gioie sono poche
Vincerai per la gioia negli occhi di tuo padre Armando
Vincerai per il sorriso dei tuoi amici
Vincerai per lo stramaledetto tennis
Vincerai per Angela che,dopo tutti quei moduli,fumerà una sigaretta sulla poltrona
Vincerai perchè la pazzia è figlia del talento
Vincerai perchè un uomo virtuoso mette la dignità al primo posto
Vincerai per l' ''Icenna'' all'imbrunire
Vincerai per l'Obelisco che si erge alto e possente
Vincerai perchè è qui che alberga il tuo cuore.


                   Domenico Pendulo

domenica 17 luglio 2011

Chiedo scusa ai miei Lettori per la pausa che mi sono concesso.
Tornerò presto

                                    Grazie Mattia Ravioli

domenica 19 giugno 2011

Arrivederci nero...


di Mattia Ravioli









Domenica di fine primavera, decido di partire per la costa adriatica per sostare ai confini con le Marche( io sono abruzzese) e sbragarmi al sole in riva al mare.
Lascio a casa pensieri e preoccupazioni lavorative momentanee, stressato da questa passata settimana faticosa, con l' intento di passare una giornata di svago nel marrone Mar Adriatico, ma consapevole che quell' acqua di certo non mi sfiorerà.( non é importante il mare basta il Sole)
La giornata inizia con un cappuccino ed un croissant, Fatto e Gazzetta ed io a bordo della mia Smart, accompagnato da Radio2 Social Club a cura di un Barbarossa in piena forma( ispiratissimo...).
Passa un' ora e mezzo e raggiungo il lungomare; parcheggio, caffè e mi butto in spiaggia.
Inizia la giornata nel migliore dei modi quando a metà,il trillo di un sms del mio amico Luigi, é pronto a darmi una drammatica notizia. Nel messaggio c' e' scritto: "é morto Clarence!"
Metto a fuoco, realizzo(sapevo che aveva avuto un ictus martedì), schizzo dal lettino e prendendo l' iPad, scrivo su google Clarence Clemons: spunta fuori un link dell' Unità: Addio a Clarence Clemons grandioso sassofonista del Boss!
La giornata é guastata, la mia voce trema, si forma il groppo in gola,stesso groppo che egli aveva sul palco prima di far suonare la prima nota al suo tenore, talmente emozionato di quei testi di Bruce, un po' come Marangolo con Francescone...
Lo statunitense soprannominato " The Big Man's" ci lascia all' eta' di 69 anni.
69 anni goduti, tra sigarette,whisky e buonamusica.
Era ricoverato in un ospedale di Palm Beach in Florida per un ictus cerebrale.Purtroppo non ce l' ha fatta!
Fondatore della E Street Band, sassofonista non per scelta( era un grande giocatore di football o baseball non ricordo e a causa di un grave infortunio non poté più svolgere attività sportiva), ha accompagnato per lunghi anni il suo amico( anche una volta scesi dal palco) Bruce Springsteen.
Proprio Bruce nella sua ultima autobiografia ha scritto la prefazione. 
Lo ha elogiato in più di una circostanza, ha sempre detto che oltre ad essere un suo ottimo musicista, era un amico "vero" ed "umile" nella Vita.
Basta pensare al feeling che li ha fatti suonare insieme per più di trent' anni...
Dopo la morte del bassista della E Street Band Danny Federici, se ne va anche l' uomo dalla nota facile, un uomo con un animo infinito. Nella vita ha ricoperto tanti ruoli umanitari nella sua Norfolk(Virginia), come ad esempio educatore per bambini disadattati nella Jamesburg Training School for Boys.
Se ne va un altro monumento della storia della musica contemporanea, un altro viso che parlava solo, bastava guardarlo; trasmetteva serenità, sicurezza, trasporto, amore, pace...
Era un personaggio d' altri tempi forse? Non lo so, so soltanto che ho avuto l' occasione di ascoltarlo dal vivo per ben due volte, insieme alla sua E Street Band e Bruce, e ricordo molto bene le note che lasciava uscire dal suo tenore, contralto, baritono che sia...
Brividi in purezza che con quello strumento regalava al Mondo intero...
Mi piace allora ricordarlo cosi', proprio come Bruce ad ogni concerto, lo presentava:
al termine di ogni perfomance, presentando tutti i membri della E Street Band,
 Springsteen chiamava Clemons come "il più grande uomo che io abbia mai visto", adattandolo alla nazionalità di ogni Paese in cui la band si esibiva come avvenne a Glasgow nel 2009, quando Bruce chiamò l'amico e compagno Clemons come "il più grande scozzese che io abbia mai visto" per la gioia del pubblico.
Addio Clarence, uomo dalle infinite emozioni...
Non preoccuparti, continuerò ad ascoltarti!
Vorrò ancora emozionarmi con te...
Stasera a cena ho brindato a te,e mi ero ripromesso che appena rientrato in hotel, ti avrei dedicato due righe; era scontato, non potevo non farlo!

domenica 5 giugno 2011

da un articolo non troppo remoto...



         
                           da:   www.tcfrancavilla.it/torneo4categoria2009/primoturnosmfinale.pdf


Mattia RAVIOLI se ve lo ricordavate estroso under 
con capigliatura bionda,
leggermente mossa,
 folta,
 raccolta con fascia bianca a pendant con i polsini,
 allora non lo riconoscerete. 
Noi ci abbiamo messo mezz’ora:
 capigliatura scura e riccia,
barba rada e lunga,
 ma siccome quello che ci interessa è il tennis
 torniamo al giocato
e Mattia come previsto ha giocato tosto, 
ha fatto qualche sua stranezza tennistica e il
povero malcapitato Piero LA MONARCA è capitolato;
 risultato finale 6/3 6/2.

Tennisti in…terra rossa



Scritto da giovjaco – settembre 11, 2006 – 8:34 am
www.taliacotium.it

A Tagliacozzo la passione per il tennis ha sempre regalato risultati molto interessanti, anche a dispetto delle dimensioni del paese.
La 35° edizione del Torneo Obelisco è anche la 27° dedicato alla memoria di Andrea Blasetti, il caro ragazzo che lasciò un ricordo indelebile nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Da sempre, senza alcuna interruzione, questa importante competizione nazionale richiama l’interesse degli appassionati presso il locale circolo tennis, vera e propria oasi di sportività e simpatia a due passi dal centro.
Quest’anno è toccato a Lorenzo Colizza e Paolo Martello infiammare le tribune gremite fino a un passo dalla vittoria, nelle due finali della IV categoria e dell’Open vinte rispettivamente da Di Silvestro dell’Aquila e da Vaccaro di Palermo. Partite vere, di tennis moderno: poche discese a rete, volèe già chiuse, niente colpi a effetto o smash funambolici e, di conseguenza, sporadici applausi utili più che altro a smaltire la tensione accumulata nei lunghi scambi di randellate da fondo campo. 
Non del tutto soddisfatto, per una volta, Amerigo Casale, fermo ai quarti di finale dopo aver trionfato nei tornei di Celano e Trasacco e nei due, su diverse superfici, di Avezzano.
Le migliori notizie giungono dai più giovani, magistralmente avviati fin da piccoli a questo sport nella locale scuola di tennis, centro federale guidato dal direttore tecnico Tonino Novella (all’inizio, nel lontano 1990, in compagnia di Bobbi Buzzelli).
Non si contano i campioncini cresciuti nel corso degli anni sui nostri campi: dalla fenomenale Francesca Tancredi, arrivata ad assaggiare i più importanti circuiti internazionali, a Lele Ciamei, Leonardo Buzzelli, Maura Martello e tante altre ragazze e ragazzi vincitori in tempi diversi nelle rispettive categorie. E poi Stefanuccio Pensa, diventato nel frattempo anche lui maestro di tennis, Francesco Cerone, Luca Grossi, Paolo Casale e tanti altri giovani che hanno trovato nello sport un fattore decisivo per una crescita sana ed equilibrata.
Estemporanea eterna promessa nonché indubbio talento in tutti gli sport in cui si cimenta, merita una notazione a sé l’estroso Mattia Ravioli, all’insegna di un ruspante, e non troppo raccomandabile, modello di “genio e sregolatezza”, troppo perso nei vagabondaggi mentali notturni, troppo ingovernabile per la disciplina sportiva.
Tra gli ultimi “sfornati” si distinguono il già citato Paoletto Martello, a quattordici anni già titolare di un palmarès di tutto rispetto che lo ha portato di recente, a Malta, a guadagnare il seicentesimo posto di una speciale classifica internazionale. In questi giorni è impegnato nel campionato nazionale under 14 in corso a Faenza. Vanno invece a Pordenone, per i campionati nazionali di categoria under 12 e under 10, dopo aver vinto le rispettive competizioni regionali a Sulmona e Lanciano, le tenaci promesse in rosa, Benedetta Fasciani e Francesca Marchionni.
Last but not least, tra i giovannissimi pulcini che scorazzano tra le gambe dei soci del circolo già spiccano piccoli campioni in erba, come Simone Novella, figlio d’arte di appena sette anni, e tanti altri che sono stati capaci di conseguire il titolo regionale a squadre under 9 nel 2005 e il secondo posto di quest’anno. Ne sentiremo delle belle, assicura il maestro.

Le Storie di ieri omaggio a De Andrè...







Mattia Ravioli & Band  Tagliacozzo
 "spezzone" di concerto a Piazza Obelisco Musica al Verde 17 Luglio 2010
"Le Storie di ieri" omaggio a De Andrè

venerdì 3 giugno 2011

Monsiuer Gilbert si è salvato...

  
 di Mattia Ravioli



Solo un pazzo squinternato può decidere di far iniziare le semifinali degli Internazionali di Francia alle ore 14,00.
Nel 1891,anno della prima edizione, iniziavano alle ore 12,00, nell' ultimo decennio alle 13,00, quest'anno Monsieur Gilber Ysern, direttore del Torneo, ha scelto così...
Le è anadata bene caro Gilberto perchè se poco poco il tie-breack del quarto set della seconda semifinale lo avesse vinto Nole, avrebbe alterato,anzi rovinato, lo spettacolo che c'era fino a quel momento sul Court Philippe Chatrier dello Stade Roland Garros(pilota dell'areonautica francese nella Prima guerra mondiale al quale è stato intitolato l'impianto sportivo di Paris).
L'arbitro dell'incontro infatti aveva già deciso, messosi in contatto con l'organizzazione, che se la partita fosse andata al quinto set, avrebbe interrotto per oscurità(erano le 21,40)e l'avrebbe ripresa domani alle 11, stravolgendo la migliore partita disputata quest'anno su Terra Rossa.
Le semifinali in programma del diciottesimo giorno sono state nell'ordine così: Nadal Murray e a seguire Federer Djokovic. Altro grave errore del Monsiuer Gilbert e vi spiego perchè:
Rafa e Andy venivano da due partite disputate entrambe mercoledi (anche se Andy non ha avuto il dì di riposo perchè ha dovuto continuare il match con Troicki interrotto martedì) a differenza di Roger che aveva giocato l'ultima volta martedì con Monfils e Djokovic che non giocava sulla terra rossa francese da ben 5 giorni avendo vinto il turno dei quarti di finale senza nemmeno giocare(merito del nostro Fognini).
Quindi per questione di serietà l'ordine delle semifinali andava come minimo invertito.
Sprovveduto,sciagurato e poco serio devo pensare...
Avrei voluto vedere con quale faccia avrebbe fatto tornare domani i suoi connazionali sul Centrale per vedere un set e con quale cuore li avrebbe fatti uscire a partita conclusa senza dare loro la possibilità di restare a vedere la Finale femminile della nostra Schiavone e della cinese Li Na?!
Meglio così anche per noi, considerando l'antisportivita'(fischi e bu) del suo popolo invidioso  nei riguardi della nostra Leonessa ieri con la francese più pazza degli ultimi cent'anni; 
avrebbero gufato in molti,forse più di quanti guferanno domani, del resto Lei ed i suoi connazionali preferiranno tifare per un' asiatica che vive a 6350 Km da Parigi piuttosto che una cittadina della comunità'europea che vive a 851.Ah ma purtroppo è ITALIANA!

mercoledì 1 giugno 2011

La "buonacucina" dove è andata a finire?


di Mattia Ravioli



La gastronomia (dal greco gastèr = ventre e nomìa = legge) è l'insieme delle tecniche e delle arti culinarie;(Wiki)
non sempre però si fa buona cucina...
La cosa principale per fare invece "buonacucina" resta sempre e comunque la qualità.
Non sarebbe difficile mettere in relazione cibo e cultura ma
 se alle spalle non si ha estro ed arte è forse impossibile.
Doti che si possono trovare nel suo piccolo in ognuno di noi?
Difficile da decifrare, altrettanto impossibile da provare...
Basti pensare che "cani e porci" si avvicinano nel mondo della gastronomia senza nemmeno sapere cosa stanno facendo.
La qualità dei prodotti sta andando piano piano sparendo,la gente di rado spende denaro per mangiare e bere bene.
Anche gli addetti ai lavori frequentemente non riescono a decifrare cosa e da dove proviene ciò che stanno mangiando e bevendo.
E' un fatto culturale o è allora davvero bassa la percentuale di persone che decifrano ciò che hanno davanti?
Il mondo enogastronomico è un labirinto senza uscite ma attraverso piccoli segreti è molto più semplice di quanto si pensi;
-    Qualità ovvero Denaro 
-     Informazione ovvero Cultura
-     Intuizione ovvero Sapore

Bisogna farla finita di seguire le tendenze del momento, le mode patetiche solo perchè dietro c'è un business di milioni di euro.
Anche le guide spesso e volentieri sono poco attendibili.
Ognuno di noi deve avere il coraggio di scegliere,selezionare,apprezzare,ambire senza farsi prendere in giro dall'orrendo sistema.
Girando vedo sempre meno la professionalità nei settori.
Fortunatamente non in quei posti che non si possono rimproverare, perchè infallibili per scelta e tendenza.
Quelli affermati e fidati sono migliori degli altri perchè sicuramente, oltre al talento, hanno fatto uno studio mirato sul tutto.
Basti pensare che dietro a questa scienza interdisciplinare ci sono biologi,agronomi,filosofi,storici,antropologi,psicologi,sociologi,ricercatori del gusto e quant'altro...
Facciamo scelte serie nel rispetto di chi dimostra ciò che sa fare,
di chi dedica una Vita alla ricerca di ciò che mangeremo e berremo,
di chi riesce a fare cibi e bevande utilizzando la Natura che ci circonda,
 senza andare a cercare vie traverse utilizzando prodotti "Innaturali" che provocano poche emozioni e che fanno anche male all'apparato gastrointerico del corpo umano.

continua...

     02,32 del giorno della festa della nostra repubblica...





Il "Signor Elio" e il suo "maldafrica"...







   Arrivo a tarda sera per raggiungere la famiglia della mia donna che era stata invitata a cena proprio li'. 
Ero stato invitato anch'io a scatola chiusa pur non conoscendolo.
 Purtroppo, causa  impegni, ho dovuto rifiutare.
 Ho promesso però che li avrei raggiunti per prendere un caffè.
Molto bella l'idea..

 Mi accoglie alla porta con grande cordialità ed ospitalità.
 Ci presentiamo stringendoci la mano:
" Ciao, piacere Mattia!"
"Piacere Elio".
La prima cosa che mi chiede e'  se voglio prendere qualcosa.
Mi propone un nocino ed una ratafià fatto/a in casa:
 non posso rifiutare!
 Salendo le scale che dal pianterreno portano al piano superiore per aggiungere amici e parenti nella veranda,
 rimango impressionato da quante fotografie nell'arco della tromba delle scale, sono affisse sui muri. 
L'occhio mi va su una foto che a me sembra la "Foresta Nera"...
 Proseguendo di due scale alla volta, noto una grande fotografia del Grand Canyon fino a quando, arrivato sul pianerottolo del piano superiore,
 guardo un toccante tramonto e penso:
 questa è l'Africa!
   Per raggiungere la veranda in legno lamellare molto bella, attraverso la cucina.
 Noto un'infinità di pesci di varie dimensioni e di varie speci appesi nei muri.
 Mi accomodo.
 Arriva dopo un istante il Signor Elio un po' claudicante(e' stato operato ad una caviglia)
 con due bottiglie in mano.
 Sono proprio il nocino e la ratafià di cui mi aveva accennato. 
Mi chiede inoltre se voglio del Vino fatto in casa proprio da lui... l'unico problema è che dovrebbe riscendere tutte le scale per andare in cantina a prenderlo; dico che va bene qualsiasi cosa e apprezza questo mio gesto,
 lanciandomi subito una battuta:
 "sto vajolo senza manco conoscejo, già me piace".
 Sono entusiasta di aver fatto subito una buona impressione al Signor Elio; 
allo stesso tempo onorato di aver messo piede nella sua casa. 
Con grande stupore inizio ad ascoltarlo......
 Aveva ripreso un discorso che forse,
 per venirmi incontro,
 aveva lasciato a metà,
 qualche istante prima.
 Si parla di Africa;
 sta raccontando un viaggio che tre anni fa, ha fatto in compagnia di una coppia di amici in Madagascar.
 Subito ripenso alla fotografia che avevo incontrato per le scale... in quel momento ho la certezza matematica che quella foto ha profumo di Africa.
 Entro anch'io nel discorso e con grande ammirazione, pur avendo ascoltato poche parole,
 inizio a  fargli alcune domande.
 Inizio a degustare prima la ratafià e poi il nocino;
 sono incredibilmente favolosi.
 Hanno un sapore al gusto vero e naturale.
 Sento l'odore del fieno,
profumo di erbaceo,
nota olfattiva di erba appena tagliata...
Stando in aperta campagna non potrebbe che non essere così.
 Penso che solo un contadino può mettere all'interno di quelle due bottiglie tanta naturalezza,lasciando l'alcol da parte.
 Ho voglia di fumare, ma in quel momento, mi accorgo di aver dimenticato il pacchetto di sigarette nella mia macchina.
 Si presta con garbo facendomi capire con lo sguardo rassicurante che può  
accontentarmi,
malgrado lo voglia,
 di un ottimo sigaro.
Accetto ben volentieri!
 Si alza di scatto e torna nella veranda con una scatola di Montecristo.
 Aveva riportato questi sigari anni dietro dalla Cuba di Fidel.
 È uno spettacolo di sapori.
 Raffinato e' quell'accostamento sigaro-liquore:
la morbidezza di quel sigaro con un finale di tostatura,
 si sposa perfettamente con l'amarognolo che ti lascia quel fantastico liquore ottenuto dal mallo della noce,nel finale.
 Non ho alcuna intenzione di farlo scomodare;
 chiedo cortesemente un portacenere, mi dice che sono io l'ospite e che andrà  lui a prenderlo.
 Resto di stucco dalla bontà di questo uomo.
 Sono affascinato dalla generosità che riesce a trasmettere...
 di punto in bianco torna  fra noi con degli album tra le mani di infinite fotografie.
Torna alla sua Africa,ai suoi viaggi e ha voglia di farci vedere quelle magnifiche fortune che la natura sa regalarci.
 Inizia con la raccolta del viaggio che ha fatto lo scorso agosto in Botswana.
 Inizia parlare di questa Repubblica civilissima ai confini con la Namibia,Zambia e Zimbabwe. Terra a sud dell'Africa ma allo stesso tempo a Nord del Sudafrica.
 Arrivano le foto del delta dell' Okavango:
 secondo fiume più importante della  repubblica Botswana. Ci dice che la caratteristica più incredibile di questo fiume è che nel periodo delle piogge forma delle vere e proprie pianure alluvionali di circa 15.000 km².
 Girando una pagina dell'album vedo la foto di un coccodrillo di dimensioni maestose:
mi spiega che l' ha scattata proprio li'.
  Passano pochi istanti ed arrivano le fotografie del parco del Chobe.
 E' li che sfogliando l'album arrivano i big five:
 leone rinoceronte leopardo bufalo ed elefante.
 Elio racconta il Safari
 il campo viene installato lungo le rive del fiume Boteti dove può gustare la prima cena sotto il cielo stellato africano al crepitio del fuoco.
 Iniziano gli spostamenti con dei trabiccoli forniti di guida ed interprete.
 Si recano alle cascate Vittoria (Victoria Falls)
 che sono le cascate più spettacolari del mondo.
 Si trovano lungo il corso del fiume Zambesi, che in questo punto demarca il confine geografico politico tra lo Zambia e lo Zimbabwe. Sono uno spettacolo della natura prima o poi andrò a vederle sono alte128 m.

A quel punto ci spiega che è inutile stare a descrivere cos'è l'Africa...............
 devi assolutamente andarci per capire in maniera dettagliata di cosa si stia parlando.
 Profumi, cinguettii, natura, colori di tutte le varie tonalità che esistano.
Confida che  i "Tramonti Africani" una volta visti,
 riescono ad entrare nel cuore delle persone e da lì a poco,
 senti il bisogno di dover tornare in quella terra.
 Si fanno le 23.30 e a quel punto, mezzo sbronzo,(va a vino e ratafià)
 inizia a pensare che la frittata è fatta! 
Avrebbe avuto voglia di andare a pesca il giorno seguente
 ma calcolando i bicchieri nelle vene e la fatica per cucinare fatta,
 diventa sempre più difficile l'ipotesi di andarci... 
Si parla di politica;
 si continua a dialogare di emozioni;
 si vocifera della scelta religiosa che egli ha fatto:
 e' un cristiano  protestante o meglio un "cristiano riformato"( così vengono definiti)
 e di tutte le lunghe lotte teologiche con il papato e compagnia bella...
Anche se egli avrebbe voluto che tutti quei piatti fossero rimasti sul tavolo,
le donne presenti,
con gesto nobile,
 si alzano e iniziano a sparecchiare la tavola.
Caricano la lavastoviglie tra i brontolii del Signor Elio,
 il quale dice,
 di non preoccuparsi tanto quei piatti li avrebbe tolti la donna di servizio(egli è scapolo) l'indomani.
 Ci prepariamo per la buona notte.
 Sulla tromba delle scale sostiamo qualche altro minuto tra i racconti finali di Elio.
 Ci accompagna fino a sotto
 dicendo che deve rimettere la sua automobile nel garage.
 Tra abbracci e baci ci salutiamo con immenso piacere.
Gli dico  che è stata una cosa fantastica averlo conosciuto,
 che mi ha fatto vivere una serata che non avrei mai aspettato,
gli do un arrivederci al più presto.
 Proprio sul punto dell'arrivederci non riesce a tener intrappolato
quel segreto che ha nel cuore e quel "Mal D' Africa":
 ci svela che nel mese di luglio tornerà in quella Terra e che prima della sua partenza saremo ospiti ancora,
 nella sua meravigliosa ed accogliente Domus.
  un'altra ottima cena lì......
 sì che verrò!
 Menù tutto da decidere?credo di no.
 una chicca ce l'ha detta;
 qualora dovesse pescare un luccio ce lo farà alle noci...

Mattia Ravioli

lunedì 30 maggio 2011

Tempi fiacchi, nemmeno un lamento...


Sono qui seduto davanti a un caffè
Egocentrico del mondo che ho
A pensare che tanto la vita di scherzi ne fa.
 
Sopravvivo alle noie del tempo 
Clandestino parole di giorno
Forse poi sopravvivo in eterno
Queste piccole sincerità.
 
Gli orecchini nel naso ne ho
Puntualizzo una gioa o un dolore
Neutralizzo gli amori passati 
E mi chiedo che voglia ne hai.
 
Quell'amico deride me stesso 
Mi ricorda le gioie di un tempo
Rock'n'roll, voglia di te'
Apparenze legate a te.
 
Pavimenti blasfemi codardi
Calpestati da sogni ormai stanchi
Sentinelle mai sveglie si sa
Qualche colpa qualcuno ce l' ha.
 
Passi svelti deridono il tempo
Tempi fiacchi,nemmeno un lamento
Un poeta, un'artista chissà
Tuoni lampi e curiosità.


Mattia Ravioli  (sett.2010)

Onorando Edoardo...


di Mattia Ravioli




L' Azienda Agricola Valentini si iscrive al Registro delle Imprese e deposita il suo atto costitutivo nel 1650 formando una Società in nome collettivo.
 Nasce nell' Abruzzo fortunata, precisamente a Loreto Aprutino.
Testimonianze e documenti fanno di Valentini la più antica cantina abruzzese.
Ottiene riconoscimenti ufficiali già nel 1968 il Sig. Camillo Valentini,
 padre di Edoardo, nonno di Francesco,
per la qualità dei suoi vini.
Altrettanto certa è la presenza in zona di vigneti di Trebbiani d’Abruzzo, antica varietà autoctona, almeno dal 1821...
Decidono col cuore e senza paura di iniziare a fare vino.
Nel tempo decidono di acquistare terreni e vigneti fino ad ottenere oggi proprietà per 64 ettari totali vitati.
Morto nonno Camillo,
 le redini passano nelle mani di Eccellenza Edoardo,
 uomo che lascerà il segno, nel mondo vinicolo italiano e non.


 Decide infatti di dedicare una vita al Vino!

  



"Il Mago Mancino" di Casablanca...


Hicham Arazi classe 1973 marocchino nativo di Casablanca ma chissà perché residente a Montecarlo. Marocchino, ripeto... sarà anche lui nipote di Mubarak per potersi permettere residenza nel principato di Monaco?
Comunque vada amante del mare e già questo va molto bene.Amante anche di due porti importanti,uno forse troppo chic e finto pero'...Scaricatore di porto, pescatore o lupo di mare?
Sicuramente ricco di famiglia questo sii anche perché non potresti arrivare tra i primi 100 del mondo se non hai soldi alle spalle. Del resto lui è stato numero 22 del ranking ATP;
niente male per metterci una firma.
Nasce il 19 ottobre sotto il segno della bilancia, in sanscrito "Tulā", Musulmano che sicuramente non rispetterà fino in fondo il "ramadan" perché la  bellavita gli è sempre piaciuta.
Talento naturale, mancino puro, bello da vedere.
La sua carriera tennistica dura anche troppo calcolando la sua pazza testolina: dal 1993 al 2007; 14 anni ai vertici non sono pochi!
175 cm di altezza e 65 kg di peso; numeri non troppo adatti per il mondo del tennis, ma in fondo lui pur essendo così, qualcosa l'ha dimostrato. Gioca più o meno bene su tutte e quattro le superfici, (pur prediligendo la terra rossa) poi naturalmente, dipende tutto da quello che la testa gli dice.
Vince poco, questo si, ma riesce ad aggiudicarsi il torneo della sua terra natia, Casablanca, in finale con l'argentino Franco Squillari,osceno da vedere,nel 1997.(Io non ci sono ancora riuscito...) Da grande braccio quale ha ,gioca molto bene in doppio; sceglie come suo partner  il connazionale Karim Alami ed insieme, si aggiudicano due titoli in carriera. Uno dei due proprio a Casablanca.
La sua racchetta,sin da bambino, é la Head Prestige. Racchetta non facile.Strumento che può utilizzare solamente chi ha un certo tipo di braccio...ne cambia infiniti modelli inizia con quella rossa(la storica) per passare alla nera;finisce la sua carriera con un bagaglio di centinaia di racchette spaccate...
Dirittoarrotato,per capirci alla Muster, rovescio elegantemente troppo bello ad una mano. Servizio mediocre.
Gioca bene anche al volo, di fino direi. Ha la stop volley facile, la bordata long-line di diritto e rovescio. Ama far correre l'avversario cacciando dal cilindro delle imprendibili smorzate, Tanto da mandare ai pazzi, in un quarto di finale dell' Us Open, persino Monsieur Pete. Negli anni in cui il tennis prende sempre più piede a livello fisico, è l'unico che fa ancora divertire la platea. Le sue partite inoltre sono dei veri e propri Show merito della sua simpatia unica. Peccato che ha sempre giocato  nei campetti secondari mai in un centrale,se non in quel quarto di finale degli US Open. Almeno a Roma ce lo siamo goduti in pochi calcolando che nelle sue partite giocate ai Ground del Foro assolati, eravamo sempre 6 7 spettatori intimi. Rammarico per non poter tornare indietro...
Cordiale,solare ed imprevedibile soprattutto con i bambini( si prestò a 10 scambi sul campetto numero 3 del Foro(prestandomi la sua Prestige),con il sottoscritto,regalandomi una gioia che porterò nel cuore a vita...).
Pazzo a tal punto da giocare il secondo turno del Torneo di Tashkent con i capelli lunghi raccolti e fascia alla Moya,e il giorno dopo, gli ottavi, rasato a zero.
Mulatto o mulattiere? Forse il suo trisavolo era un mulattiere a 250 km da Casablanca,nel Sahara, chi può dirlo...lui ha capito tutto invece, e ha scelto il profumo della costa marocchina, dove il sole cocente, lo ha fatto diventare quasi nero,pur restando sempre un mulatto.
Non può lamentarsi, ha avuto tutto dalla vita, anche se ad un  Karkadé in compagnia di amici ha scelto a quanto pare un Mojito sulle terrazze del Principato.Tornerà quando vuole a fumare il narghilè.Problemi non ne ha, calcolando che ora starà fumando un Cohiba su uno yacht di un milionario e va a finire che quello yacht e' proprio di Mubarak.
Ha guadagnato solo tre milioni e seicentomila dollari in carriera.Li avrà ancora o tra qualche anno lo ritroveremo a condurre i turisti dentro il deserto, con un cammello....nemmeno suo!?


Mattia Ravioli

Il mio vecchio Bob...